Disturbo border line di personalità

E’ caratterizzato da instabilità degli affetti e delle relazioni e da marcata impulsività. Le persone che ne sono affette hanno grande timore di essere abbandonate e dunque compiono sforzi disperati per evitare abbandoni reali o immaginari. Passano rapidamente dall’idealizzazione alla svalutazione delle persone in quanto sono inclini ad un cambiamento drammatico  e improvviso della loro visione degli altri.

Psicoterapia individuale

E’ una psicoterpaia di tipo ricostruttivo che mira alla ricostruzione della personalità attraverso l’analisi di aspetti inconsci e una progressiva maturazione emotiva resa possibile dall’acquisita conoscenza di sè e dalla relizione trapeutica che via via si va instaurando.

Sostegno psicologico

Attraverso di esso il proposito è quello di dare un supporto emotivo al paziente aiutandolo nelle sue difficoltà attraverso un intervento attivo.

Psicodiagnosi

La lettura dei sintomi portati dal paziente è centrata sui motivi inconsci, sui conflitti profondi, e sui meccanismi di difesa adottati per mettersi al riparo dalla sofferenza generata da questi conflitti.

Nel colloquio si raccolgono fatti relativi alla vita e  alla storia del paziente e attraverso le sue modalità relazionali e l’uso di test proiettivi ( Rorschach, TAT E Blacky Pictures) si cerca di avanzare delle prime ipotesi sul suo funzionamento mentale e gli eventuali blocchi evolutivi ed emotivi che si sono determinati.

Disturbo antisociale di personalità, i sintomi e come affrontarlo

Ecco in cosa consiste il disturbo antisociale di personalità e quali sono le cause ed i possibili trattamenti.

Il Disturbo Antisociale di Personalità (DAP) è un disturbo di personalità che comporta un atteggiamento di indifferenza e violazione delle regole e dei diritti delle altre persone da parte di chi ne è affetto. Si tratta di un disturbo che si manifesta sin dall’adolescenza, e che può comportare serie conseguenze non solo per quanto riguarda i rapporti interpersonali, ma anche per quanto concerne il rapporto con la legge. Le persone che soffrono di tale disturbo infatti, tendono a non rispettare le regole, e per questa ragione compiono azioni illegali o immorali, oltre a manipolare le persone che le circondano.

 Quali sono i principali disturbi psicologici e come vengono classificati

Il soggetto affetto da Disturbo Antisociale di Personalità presenta uno scarso (o inesistente) rimorso nei confronti delle azioni compiute e delle loro conseguenze; si tratta di un soggetto tendenzialmente aggressivo e impulsivo, una persona che tende a manipolare le persone che ha intorno, per il proprio tornaconto personale. La persona con Disturbo Antisociale di Personalità non è capace di provare empatia nei confronti delle altre persone, non è in grado di scusarsi sinceramente per le azioni compiute e tende a mescolare storie reali a fatti completamente inventati, al punto tale che risulta difficile, per il suo interlocutore, riuscire a comprendere quale sia la verità. Inoltre, il soggetto affetto da DAP avrà un’alta autostima, un comportamento irresponsabile nella gestione delle sue relazioni interpersonali e una bassa tolleranza alla frustrazione.

Le cause del Disturbo Antisociale di Personalità

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Che cos’è la psicosi?

E’ questo un termine adottato per indicare condizioni psicologiche che comportano una perdita temporanea o permanente della capacità di comprendere il significato della realtà in cui si vive e di mantenere tra sé e la realtà un rapporto di sintonia sufficiente a consentire un comportamento autonomo e responsabile nell’ambito culturale in cui si vive.

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Che cos’è la psicoterapia?

La psicoterapia è un processo consapevole e pianificato volto ad influenzare disturbi del comportamento e situazioni di sofferenza attraverso mezzi psicologici per lo più verbali in vista di un fine che può essere la riduzione del sintomo o la modificazione della personalità.

Ci sono terapie fondate sul rapporto umano paziente-terapeuta e terapie fondate su tecniche sperimentali.

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Linee Teoriche – Da Freud ad Oggi

Nella psicoanalisi centrale è il ruolo giocato dall’inconscio e ancora di più dagli affetti che assumono un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo. Certo è che se per Freud sessualità e aggressività guidavano ogni azione umana e la relazione contava poco per i suoi successori a partire dalla nota M. Klein per finire con D. Winnicott la relazione madre-bambino diventa il nuovo oggetto di studio. Il mondo interno assume un ruolo centrale e i sentimenti, le passioni, le esperienze emotive, l’amore e l’odio sono alla base delle motivazioni umane.
La psicoanalisi assumeva che l’esperienza della prima infanzia fosse dominata da un mondo di fantasie e che molti degli abusi e delle ingiustizie che i pazienti riferivano di aver patito da piccoli rappresentassero piuttosto delle costruzioni distorte prodotte dalle stesse forze interne da cui avevano preso origine i loro conflitti nevrotici. In realtà purtroppo molte delle esperienze di abuso subite da piccoli dalle persone sono state reali. Selma Fraiberg aveva assistito numerosi pazienti che avevano patito abusi e maltrattamenti proprio dalle figure da cui avrebbero dovuto aspettarsi amore e protezione. Quello che la Fraiberg aveva rilevato era la assoluta incoerenza tra il contenuto del ricordo e l’affetto corrispondente in quanto spesso questi ricordi venivano narrati con totale distacco emotivo o addirittura giustificando chi ne era stato l’artefice. Quegli stati affettivi dimenticati e dissociati dalla vita di tutti i giorni una volta che queste vittime avessero avuto dei figli si sarebbero ritrovati nello stesso contesto in cui certi eventi traumatici si erano prodotti vale a dire nella condizione di intimità con il bambino che diventava bersaglio designato della ripetizione di quegli eventi. La patologia nasceva dunque dalla difesa messa in atto e dal barricamento dell’emozione. Diventava allora indispensabile quando si interveniva con questi genitori farli parlare della loro relazione coi propri genitori, far loro raccontare della loro vira da bambini, di che succedeva in casa e di quale rapporto ci fosse fra i genitori. Sembra insomma che il bambino sin dal momento in cui viene al mondo debba portare su di sé il peso di chi lo ha fatto nascere per diventare l’attore inerme e inconsapevole del dramma familiare. La storia però non è destino e accanto a questi casi c’è ne erano altri di desolazione violenza e abbandono che non avevano pero intaccato il solido e amorevole legame di chi li aveva subiti con i loro figli. Ciò che faceva la differenza, affermava la Fraiberg, era il tipo di difesa che era stato avviato all’epoca del trauma infantile perché quello che conta, ci insegna lea psicoanalisi, non sono i fatti ma come li elaboriamo e le rappresentazioni che ne abbiamo.

Abuso sessuale su minori

Quando un minore viene coinvolto in un’attività connotata sessualmente da una persona più grande, pure se minorenne, siamo di fronte a un probabile caso di abuso sessuale. Nessun maggiorenne (né minorenne) può intrattenere attività sessuali con i minori, anche se la confusione e lo stato di eccitazione di un adolescente sembrano non avvertire questo limite…..

Leggi l’articolo della dott.ssa Lazzari

Omosessualità – Approfondimenti tematici

Nodo critico del trauma dell’omosessualità è l’assenza di valore. Per i genitoromosessualitai spesso il figlio omosessuale segue un orientamento troppo lontana dal proprio e per questo incomprensibile e non condivisibile. La difficoltà è spesso quella di poter avere una relazione sentimentale tale per cui l’investimento va prevalentemente sul corpo.

Si va dall’omosessualità come copertura e difesa da qualcosa all’omosessualità come identità di genere e personale possibile. Il punto è come la si vive e il modo in cui viene integrata con il resto della personalità.

L’identità di genere diventa il nocciolo traumatico.

Il bambino nasce con delle potenzialità ma l’ambiente lo condiziona fino all’adolescenza. Nell’omosessualità è invertito l’oggetto d’amore.

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