Mancata elaborazione del lutto
Il dolore fa male ed evitarlo o attenuarlo è una reazione comprensibile. Il punto è che non è possibile evitare tutto il dolore e molti modi che vengono usati per cercare di evitarlo o annullarlo non solo si dimostrano inefficaci, ma anche dannosi, perché conducono a una non realizzazione del sé.
Il dolore depressivo è proprio dell’esperienza di perdita di qualcosa di buono che avevamo o che eravamo. E’ questa un’esperienza comunemente nota come “elaborazione del lutto”. L’elaborazione del lutto è dunque quel particolare processo mentale, lungo e complesso, che conduce ad un consapevole rassegnarsi alla perdita subita. Questo processo porta ad una progressiva consapevolezza sia emotiva sia cognitiva della perdita subita, ad una sua accettazione; ad un riconoscimento schietto del dolore che si stà vivendo e della sua legittimità, fino ad una ristrutturazione della percezione di sé, che tenga conto della perdita. Per poter lasciare andare il passato senza perdere l’integrazione di sé è dunque indispensabile ricordare.
E’ frequente, invece, che alla base di un malessere o di una vera e propria patologia vi sia un lutto incompiuto che si realizza nell’incapacità a riconoscere e a vivere le emozioni. Per farlo occorre creare uno spazio mentale che possa fare da contenitore, spazio che é funzione diretta di uno spazio relazionale.
Vivere il proprio dolore, infatti, è una cosa che si apprende attraverso le prime esperienze relazionali.
Il bambino può riconoscere, tollerare e contenere una particolare emozione solo se trova riconoscimento, tolleranza e contenimento nelle relazioni reali in cui è coinvolto. E’ così che egli struttura la percezione di sé come di uno che sta vivendo quell’emozione e la sta contenendo. Se, al contrario, il bambino si trova in un ambiente umano incapace di riconoscere le emozioni, non potrà far altro che essere anch’egli privo di tale capacità. La psicoterapia diventa allora il luogo relazionale in cui coloro che sono privi della capacità di riconoscere le emozioni acquisiscono tale capacità proprio attraverso una relazione intensa.
Nel caso del dolore depressivo, dunque, è fondamentale accettare, con autentica partecipazione, le espressioni del dolore; questo consente al paziente di percepire lo spazio mentale adeguato che gli permette di individuare modi diversi di gestire il proprio dolore. Uno spazio in cui il dolore può trovare il suo posto e può rendersi accessibile all’integrazione.
E’ assolutamente necessario che coloro che sono alle prese con un dolore depressivo vengano aiutati a riconoscerlo e a gestirlo, anziché cercare di annullarlo.