Che cos’è la psicosi?
E’ questo un termine adottato per indicare condizioni psicologiche che comportano una perdita temporanea o permanente della capacità di comprendere il significato della realtà in cui si vive e di mantenere tra sé e la realtà un rapporto di sintonia sufficiente a consentire un comportamento autonomo e responsabile nell’ambito culturale in cui si vive.
Il quadro sintomatico della psicosi prevede:
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un’alterazione profonda nella percezione della realtà esterna;
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difficoltà a selezionare i propri pensieri;
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difficoltà a controllare la propria immaginazione e i propri sentimenti;
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regressione a comportamenti primitivi;
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difficoltà a distinguere ciò che appartiene a sé da ciò che viene dal mondo esterno;
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allucinazioni e deliri conseguenti la difficoltà a distinguere sé stessi dal mondo esterno;
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grave disadattamento sociale.
Le psicosi possono avere una natura organica con una causa infiammatoria, traumatica, degenerativa o genetica come quella arteriosclerotica, la demenza senile e la psicosi tossica.
Esistono poi delle psicosi reattive che insorgono in seguito ad un grave trauma di carattere psichico come la psicosi da lutto, da shock, quella gravidica, puerperale o quella indotta dall’ambiente in cui si vive.
Infine abbiamo le psicosi endogene come la schizofrenia e la psicosi maniaco-depressiva, che non hanno una natura organica e che secondo la psicoanalisi rappresentano la rottura tra l’Io e la realtà esterna dovuta alle pressioni esercitate dalle richieste dell’Es sull’Io, il quale nell’impossibilità di rimuoverle soccombe all’Es per poi recuperarsi parzialmente con la costruzione di una propria realtà nel delirio.