Nel caso di bambini da zero a due anni occorre lavorare sulla reazione tra il bambino e i suoi genitori ed in particolare con la madre. Il piccolo può comunicare il suo malessere attraverso canali non verbali come il pianto, lo sguardo e alcune azioni motorie. I genitori cercano di immedesimarsi con lui per interpretare i suoi bisogni ma nel farlo possono creare alcune inconsapevoli distorsioni o fraintendimenti. Si fa inevitabilmente i conti con l’immagine dei propri genitori come si è andata costruendo dentro di sé e in più occorre fare i conti con lo scarto tra il bambino immaginato e quello reale. Madre e piccolo possono trovare una buona sintonizzazione cioè una certa intesa corporea ed emotiva oppure una depressione materna post partum, un senso di estraneità verso il proprio figlio, una difficoltà a tollerare la dipendenza del proprio piccolo da sé questo possono determinare alcuni disturbi legati all’alimentazione, disturbi del sonno, pianti inarrestabili.
Alla lunga questo provoca nei genitori un senso di frustrazione, di sofferenza per la condizione del bambino di insicurezza di rabbia verso il piccolo. Gli interventi su bambini cosi piccoli sono il più delle volte risolutivi proprio grazie all’estrema capacità trasformativa che il neonato ha.
Negli anni successivi della crescita si può capire che qualcosa non va se le tappe evolutive presentano dei rallentamenti o dei blocchi. Il coinvolgimento dei genitori è sempre necessario nel trattamento.
Ci possono essere aspetti di disagio naturali e fisiologici durante la crescita per distinguere quello che è normale da quello che non lo è occorre osservare e sintonizzarsi con la sofferenza o le difficoltà che il bambino sta attraversando in quel momento specifico del suo percorso evolutivo affinché il disagio non si cristallizzi.
Problematiche
- Situazioni di blocco emotivo
- disturni alimentari
- difficoltà nella defecazione o minzione
- disturbi del sonno
- aggressività
- problemi di attenzione concentrazione
- disturbo del linguaggio
- problemi di apprendimento
- isolamento
- timidezza spiccata
- gelosia verso un fratellino o sorellina
- separazione della coppia genitoriale
- malattia o morte di un genitore
Il bambino si esprime non solo attraverso la parola ma anche tramite il gioco e il disegno, il racconto dove il bambino può esprimere liberamente le proprie angosce, i propri conflitti, il proprio modo di vedere il mondo, se stesso , i suoi familiari e i coetanei.
Le paure e le angosce con cui i bambini devono confrontarsi sono parte del suo percorso di crescita. La più grande delle paure è quella di ritrovarsi da solo in un luogo sconosciuto e abbandonato ed è legata alla paura della perdita dei genitori. La fiaba è basata sul fatto che il protagonista deve affrontare pericoli e sconfiggere chi lo minaccia essendo solo con l’aiuto di qualcuno. Come genitori a volte abbiamo paura di parlare ai nostri figli dei lati tristi e dolorosi dell’esistenza. Pensiamo che non siano abbastanza grandi e che non possano capire. I bambini in realtà capiscono molto più di quello che immaginiamo. Occorre chiaramente trovare un linguaggio adeguato all’età che hanno, alle loro specifiche caratteristiche e alla loro fase di vita.
Le fiabe possono essere un mdo attraverso il quale affrontare certe tematiche, paure e passaggi evolutivi. La fiaba per esempio affronta spesso il tema della perdita e della morte. I bambini, anche se hanno paura, vedono e rivedono contuamente alcune favole perche hanno bisogno di elaborare, di capire quello che sta succedendo nella loro vita. Hanno bisogno di fantasticare, immaginare e in questo modo tarsformano le paure e trovano delle soluzioni che gli permettono di andare avanti con la loro vita. Un altro tema importante è quello dell’ambivalenza dei sentimenti.
Ci illudiamo che i nostri figli provino solo amore nei nostri confronti. In realtà hanno sentimenti ambivalenti verso di noi di amore e odio; per questo la matrigna cattiva e l’orco malvagio rappresnetano quelle parti cattive che riconoscono essere presenti dentro i loro genitori. Questo gli da modo di capire che non sono i soli a provare questo genere di sentimenti. Se un bambino pensa di essere il solo a provare sentimenti negativi finirà in fatti per sentirsi un mostro orribile. Se i genitori sono spaventati dalle manifestazioni di aggressività di un figlio questo le deve trattenere dentro di se temendo di sentirsi un mostro se le prova e le esprime. Le fiabe sono uno spaccato delle paure dei bambini. Se un adulto fatica ad immedesimarsi con le angosce del piccolo questo accade perche a sua volta si è tenuto alla larga dalle sue parti infantili o nemmeno lui le ha mai potute esprimere. Leggere una fiaba per l’adulto diventa il modo per riavvicniarsi a quegli aspetti infantili dimenticati e a creare un terreno condiviso con il piccolo. Attraverso le soluzioni che il protagonista trova rispetto alle difficoltà e agli ostacoli che incontra anche il bambino comincerà ad immaginare che anche le situazioni più avverse possono essere in qualche modo fronteggiate e sul piano emotivo potrà sentirsi spinto a trovare una personale soluzione alle sue paure. Leggere una fiaba ha un profondo valore è un momento di intimità e condivisone . Il bambino ha così modo di esprimere i suoi timori. Le fiabe inoltre utilizzano un linguaggio che evoca immagini o ne facilita la creazione così che ogni volta che il bambino la ascolta costruisce un ulteriore pezzetto di elaborazione personale della propria storia.