Adolescenza “a rischio”
L’adolescenza è una fase del ciclo di vita in cui il cambiamento è particolarmente ampio e profondo. Alla trasformazione fisica e psicologica della pubertà si associa infatti l’acquisizione di una nuova identità sociale. L’adolescente affronta nuove esperienze, allargando il raggio delle proprie azioni. I diversi comportamenti nelle relazioni affettive familiari, nel rapporto con il proprio corpo e con il gruppo dei compagni, così come nell’avvio di relazioni sentimentali e sessuali, definiscono progressivamente un personale stile di vita che tenderà ad essere relativamente stabile nella vita adulta.
La plasticità che la caratterizza la rende un periodo a rischio attraverso comportamenti quali l’abuso di sostanze (droga e alcol), incidenti stradali e un’attività sessuale non protetta. A questo si aggiunge il rischio di non crescere.
L’adolescente per crescere deve infatti affrontare compiti che gli appaiono ineludibili: la costruzione di un’immagine sessuata di sé comporta il distacco dalla propria immagine infantile, un lutto per il quale tutti soffrono. La tendenza ad agire come difesa dal dolore mentale, fisiologica in adolescenza, può rappresentare uno scacco della mente a elaborare una realtà interna instabile e inquietante. Agire i propri problemi può aprire il fianco a condotte rischiose per sé e per gli altri: alcolismo, tossicodipendenza e disturbi alimentari rimandano a condotte autolesive mentre nel caso della delinquenza l’attacco è portato piuttosto al mondo esterno.
L’azione rischiosa viene sentita come vitale, qualcosa che può finalmente riscattare l’immagine povera e svalutata di sé.
Il desiderio degli adolescente a rischio non è quello di morire ma di riscattare la propria immagine uccidendo il bambino debole piangente che c’è dentro di loro.