PANICO E SENSAZIONI DI STRANIAMENTO

A volte la persona è ansiosa e lamenta sintomi come  polso accelerato, sudorazione, tensione muscolare ma non ha coscienza di alcun pensiero riguardante un pericolo incombente.

L’attacco di panico che ne può derivare è un sintomo psicologico causato da un’angoscia nella quale la valutazione del pericolo riguarda qualcosa di cui la persona sofferente non vuole prendere coscienza perché se ne vergogna per esempio.

Gli attacchi di panico come altri sintomi, ad esempio i rituali ossessivo-compulsivi, sono un disperato tentativo di evitare di prestare attenzione a pensieri minacciosi.

Alterazioni del senso di realtà denominate depersonalizzazioni (ovvero il vissuto di sé come irreale) o derealizzazioni (ovvero il vissuto dell’ambiente esterno come irreale) sono sintomi che insorgono come tentativo di evitare di prendere coscienza del contenuto di pensieri che suscitano angoscia. Si focalizza dunque l’attenzione su una percezione che distrae, come ad esempio il sentire che si osserva se stessi dall’alto o a distanza o che tutto sembra “fuori”, alterato, estraneo così da non dover prestare attenzione ai pensieri minacciosi. La sensazione di essere sconnessi da se stessi o che le cose intorno a noi siano strane e non riconoscibili generano un senso di inquietudine e di smarrimento.

Quando si verificano nella propria storia degli eventi spiacevoli da cui si viene sopraffatti (che possono riguardare la sfera sessuale (un abuso, una relazione incestuosa o un maltrattamento per esempio) si possono mettere in campo delle difese per far fronte all’angoscia e ai sentimenti ambivalenti che si che si sono provati.

La difesa è una riposta psicologica sollecitata da un affetto spiacevole il cui scopo è quello di evitare di provare quell’affetto. Depersonalizzazione e derealizzazione sono difese contro l’angoscia come l’attacco di panico e i sintomi ossessivo compulsivi.

L’angoscia è un segnale di pericolo che si verifica quando un persona formula il giudizio che la situazione attuale somiglia ad una spiacevole situazione passata. Poiché è sgradevole, una risposta naturale è il tentativo di eliminarla evitando quella situazione che il paziente pensa sia pericolosa (come è stata realmente pericolosa invece una situazione vissuta nel passato ma poi dimenticata) ma che nella realtà presente non lo è.

La terapia ha il compito dunque di occuparsi delle risposte adattative motivate da angosce basate su erronee valutazioni di pericolo che limitano fortemente la vita attuale della persona impedendole di crescere e di realizzare se stessa e i propri progetti generando un profondo malessere.

Nel trattamento quindi è importante incoraggiare il paziente a parlare di quello a cui evita di pensare permettendo al contenuto pericoloso che si cerca di evitare di affiorare alla coscienza in modo da risolvere l’angoscia e procedere così ad una piena realizzazione di sé.

Dott.ssa Milena Lazzari

Psicoterapeuta